Umane, sacre scritture

59654Aprile 2016, North Carolina. Una cameriera lesbica sullo scontrino di un tavolo che ha servito invece della cifra della sua mancia trova l’indicazione di un passo della Bibbia.
Levitico 20:13. «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro.»
Ovviamente la ragazza c’è rimasta piuttosto male.
Cos’avrà voluto ottenere la signora che ha lasciato la minacciosa citazione da un testo scritto mila anni fa? Cosa voleva dirle citando un brano di un capitolo che è una serie di punizioni e condanne a morte per qualsiasi tipo di comportamento non considerato da lecito da dio e che dio stesso, secondo la tradizione, avrebbe comunicato direttamente a Mosè?
Condotte che comprendono l’adulterio (punibile con la morte), l’incesto (punibile con la morte), zoofilia (punibile con la morte, anche del povero animale), rapporti con familiari non di sangue (punibile con la morte), rapporti con donne mestruate (punibile con l’esilio o, testualmente, con l’eliminazione dal popolo).
È piuttosto facile considerarlo un comportamento stupido e inutilmente minaccioso e spocchioso, ma è il tipico esempio di come un testo venga usato come una mazza chiodata normativa (per quanto il brano sia davvero tratto da una lista di norme e che anzi l’intero libro del Levitico abbia un’impronta normativa), ed è anche un esempio molto americano anche se Sentinelle& amici hanno la propensione all’argomentazione sintetica.
Non si è in grado, ci si chiede e me lo chiedo anche io, di contestualizzare storicamente? O di capire che la lista in questione sia una lista di norme che servivano a differenziare il popolo ebraico dagli altri e che quindi le prove di fedeltà al dio unico contrapposto alle miriadi di divinutucce e deucoli fossero un tantino estreme?
E se la signora in questione accettasse come plausibile e fondativa del proprio codice morale il passo contro l’omosessualità non dovrebbe accettare anche tutto il resto delle mortali punizioni? E così come lei, tutti quelli e non sono pochi, che citano il passo 20:13 del Levitico, un libro che fa parte tanto della Torah che della Bibbia Cristiana, e che viene usata come la prova provata che l’omosessualità sia contro natura in quanto citata nelle Sacre Scritture.

E il Signore parlò a Mosè” di Michael Satlow (Bollati Boringhieri) descrive, in modo da ricevere anche delle critiche per il metodo decostruttivista che ha usato, come la Bibbia sia stata letteralmente costruita pezzo dopo pezzo e come non sia in effetti mai caduta da un albero bella che rilegata, in rotoloni e poi in elegante marocchino.
Prima di leggere il libro di Satlow mi ero fatta l’idea decisamente un po’ sbagliata che la Bibbia fosse solamente una raccolta di leggende ma soprattutto una lista di norme a uso e consumo di popolazioni di pastori. Avevo però sottovalutato, se non proprio eliminato dalla coscienza, un fattore essenziale: l’analfabetismo.
Nonostante ci fossero comunque degli intermediari tra il testo e gli umani, probabilmente dei sacerdoti che erano in grado di svolgere una forma di divulgazione e mediazione dei testi.
I 73 libri della Bibbia sono stati scritti in vari secoli, da più persone, scritti e riscritti creando un testo fluido che si modificava nel tempo e nelle varie riscritture (anche per farle combaciare, nel caso delle parole dei profeti, con i fatti successivamente accaduti, almeno secondo Satlow) e coprono un periodo di tempo di almeno due secoli.
Il Nuovo Testamento, per esempio, è stato scritto nel corso di un secolo (l’ultimo vangelo, quello di Giovanni, è stato scritto tra il I e il II secolo d.C.) assemblando una serie di versioni bene o male con una propria coerenza, tralasciando quelli più problematici.
A questa lenta stratificazione si aggiunge anche una lunga serie di traduzioni: in greco (la cosiddetta versione dei Settanta, perché l’hanno tradotta, si dice, circa settanta persone), in ebraico, in latino, in tedesco, in inglese (la versione anglicana di Re Giacomo).
E se ogni traduzione, come dice il famoso adagio, è anche un tradimento, come si può mai prendere strettamente alla lettera quanto scritto nella Bibbia? Che poi tutte le eresie hanno fatto la loro sfortuna sulle interpretazioni di alcuni passi se non proprio di alcune parole.
In questo la Bibbia è puro testo e noi che si ama la scrittura e la lettura e l’editoria, anzi un certo modo di fare editoria, abbiamo anche una visione privilegiata su questo aspetto o almeno dovremmo averla.
La Bibbia è uno dei perni intorno al quale si è sviluppato il rapporto con il testo e la scrittura, cioè come una cultura oralissima ha iniziato a rapportarsi con dei testi e anche una serie di testi che partendo da una funzione che non era normativa sono diventati di fatto e con l’uso grimaldelli normativi. E questo non è molto carino.

 

Pubblicato su Laspro n.36 

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